• Pubblicata il 04/09/2006
• Autore: Luca

Una gita in campagna - Imperia Trasgressiva

L’altro giorno, martedì, ero a disposizione del master. Mi ha fissato un appuntamento alle due, dovevo aspettare giù dal portone un suv nero. E’ arrivato puntuale, erano due ragazzi sulla trentina, ben messi. Sono salito dietro e siamo andati verso la montagna. Dopo circa una mezzora siamo arrivati a un bivio, la strada diventava bianca e poi una sbarra chiudeva il passaggio. Uno dei due è sceso ha sollevato la sbarra e siamo passati, dopo aver di nuovo chiuso il passaggio. Siamo saliti per la stradina in mezzo al bosco sempre più fitto. Siamo arrivati a una radura dove c’era una casetta di legno prefabbricata e davanti un tavolo da picnic. Ci aspettava un terzo uomo, anche lui sulla trentina, moro.
Siamo scesi.
“Eccoci”
“Ecco la cagnetta” ha detto l’autista.
“Spogliati”. Mi sono tolto i calzoni, la maglietta, gli slip e i sandali.
“Vieni” mi ha detto il moro. E sono andato verso di lui. L’autista intanto mi venuto dietro e mi ha preso per le braccia.
“Apri le gambe”. Ho obbedito.
Il moro allora, senza dir nulla, mi ha tirato un calcio nelle palle. Mi sono afflosciato in terra, cadendo in ginocchio.
“Bene, giusto all’altezza”
Si è aperto i jeans e mi ha infilato l’uccello in bocca e, mentre l’autista mi teneva la testa, ha cominciato a scoparmi con forza in gola. Lo faceva con forza e il suo cazzo mi arrivava in fondo. L’autista rideva e il terzo stava a guardare.
“vieni troia”. Mi hanno fatto alzare e mi hanno sdraiato sul tavolo, di schiena ma con la testa rovesciata indietro per potere continuare a scoparmi in bocca.
Il moro ha continuato a fottermi come prima mentre l’autista mi è venuto fra le gambe e ha cominciato a mordere con forza il mio cazzetto.
“E’ buono?” gli chiedeva il moro.
Mordeva con forza e tirava, intanto il moro è venuto schizzandomi in gola il suo sperma. Poi ha chiamato il terzo:
“Vieni a fotterlo”
Il terzo è venuto e mi ha messo il suo cazzo e ha cominciato anche lui a scoparmi in bocca.
L’autista intanto mi mordeva lo scroto e io non potevo urlare, poi mi ha preso un testicolo fra i denti e ha morso. Terribile!
“Sei affamato!” gli diceva il moro. Sentivo i suoi denti nel mio testicolo giusto il tempo che il terzo mi venisse anche lui in gola.
“Lascia a me” ha detto il moro e mi ha rimesso il cazzo in bocca ma per pisciare. Con la testa rivoltata facevo fatica a ingoiare tutta quella roba calda e mi finiva anche nel naso quasi soffocandomi:
“Sei un cesso da schifo! Bisogna punirti!”
Ha finito la pisciata e l’ha tirato fuori. Mi hanno fatto alzare e mi hanno spinto verso una trave sospesa fra due alberi. Mi hanno legato i polsi e mi hanno appeso. Mi hanno messo una palla in bocca e un pezzo di nastro per farmi tacere. Mi hanno legato un bastone alle caviglie per farmi tenere aperte le gambe.
Il moro mi ha messo un anello stretto allo scroto e poi ha attaccato due cordicelle che tenevano una specie di cestino. Poi ha messo nel cestino due sassi grossi.
“Bene così impari, stronzetto”. Ero appeso con le palle stirate dal peso. Poi il moro si è tolto la cinghia dei calzoni e ha cominciato a cinghiarmi sulle natiche. L’autista ha preso una corda e anche lui mi frustava. Ogni colpo mi spostavo e le palle erano tirate sempre più giù.
“E se le palline si strappano?” scherzava il moro. Il terzo è venuto lì e gli ha dato una cosa:
“Prova con questo”. Era una specie di bacchetta con una impugnatura di gomma.
Il moro me l’ha messa su una natica e click-fzz! Una scarica elettrica! Io mi sono contratto e le palle erano stirate! Poi ancora sull’altra chiappa click-fzz! Io urlavo ma senza suono, di nuovo su una chiappa click-fzz! Poi sul cazzetto click-fzz! Il moro si divertiva molto ma anche l’autista voleva farlo.
“Dammelo”
Glielo ha passato e me lo ha messo ancora sul cazzetto click-fzz!
“proprio divertente!” ha commentato il moro.
Poi l’autista lo ha messo sullo scroto teso al massimo: click-fzz! Roba da svenire! Loro ridevano come matti e intanto bevevano birra fresca che avevano in un frigo portatile sull’auto.
Ero sudato ed eccitato anche il cazzetto era moscio sin dal primo calcio nei coglioni.
“Ho un’idea!” ha fatto il moro:
Ha ripreso il coso elettrico e me lo ha infilato nel culo!
“Proviamo? Che dici proviamo?”
Mi ha guardato e io l’ho fissato negli occhi scuri. Ho fatto sì con la testa.
“Bravo! Sei proprio una brava cagnetta!”
Click-fzz! Mi sono sentito bruciare dentro! click-fzz! Forse sono svenuto per un attimo. Ha tirato fuori il coso e mi sono sentito spingere qualcos’altro ma ero insensibile. L’autista s’era messo un guanto di gomma e mi è venuto dietro per fistarmi. Ho sentito la sua mano entrare unta ma la scossa mi aveva quasi reso inerte. E’ entrato dentro e gli altri due a ridere:
“Sfondalo!” Mi girava dentro ed era bellissimo farmi spaccare così.
L’autista ha tirato fuori la mano e il moro è venuto lì con una bottiglia vuota di birra e me l’ha infilata dentro quasi tutta.
“Culo sfondato!” ha annunciato il moro e ha lasciato andare la bottiglia che lentamente è uscita cadendo in terra.
Poi si sono messi a fumare, lasciandomi lì appeso. Dopo un po’ sono tornati, mi hanno slegato e tolto il bavaglio.
“Brava troietta! Bevi! E mi hanno fatto inginocchiare e prima l’autista e poi il terzo mi hanno messo in bocca i loro uccelli per pisciare. Ma stavolta ho ingoiato tutto per bene.
“Vieni, vieni a sedere”. Mi hanno fatto sedere sullo spigolo del tavolo a gambe aperte. Mi hanno legato le caviglie alle gambe. Poi il moro è venuto con una cassetta degli attrezzi e l’ha messa dietro di me sul tavolo.
“bene, facciamo un po’ di bricolage!” ha detto ridendo.
Mi ha preso lo scroto, allungato e floscio dopo la stirata con le pietre, e lo ha allungato sul tavolo. Ha preso un martello e un chiodo, lungo e sottile.
“Povera cagnetta!” mi ha guardato e poi mi ha preso con una mano la nuca e mi ha baciato con forza con la lingua in bocca.
Ha preso un chiodo e lo ha puntato sullo scroto e poi bam! Una martellata! Mi ha inchiodato lo scroto al tavolo! Io ero a sedere e guardavo.
“Allora? Che dici?”
Io non sapevo che dire, riuscii solo a mormorare: “Grazie”.
“Brava, cagnetta educata, anzi facci vedere che ti piace!” e mi diede il martello. Lui puntò il chiodo sul mio scroto e io diedi il colpo: bam!
“Brava!”
Lo scroto era teso come una pelle di tamburo.
Anche l’autista venne e mise il chiodo e bam! Adesso ero inchiodato al tavolo! Il moro di nuovo mi baciò.
“bene! Adesso possiamo andare avanti, no?”
L’autista gli diede una bustina di plastica con dentro altri chiodi.
“vedi questi sono chiodi speciali, sterili, puliti…”
Capii cosa voleva farmi: inchiodarmi i testicoli!
“Adesso io ti inchioderò i tuoi testicoli. Ma solo se anche tu sei d’accordo, sono democratico io!” e risero tutti.
“Allora? Vuoi che ti inchiodi le palle?”
“Ma così mi castri?” chiesi.
“Ma dai! Cosa vuoi che sia, ti inchiodo le palle e basta! Allora?”
“Va bene, inchiodami i testicoli”
“Non ho sentito bene, voglio che i ragazzi sentano bene”
Li guardai:
“Voglio che tu mi inchiodi i testicoli!”
“bene! Brava cagnetta!” e mi baciò ancora più a lungo.
“Allora tu glielo prendi e lo tieni fermo” disse all’autista.
L’autista si accosto e si mise a cercarmi il testicolo destro.
“Eccolo, è quello più difficile…”
Il moro tirò fuori il primo chiodo, era lungo e sottile, quasi un ago, ma più grosso.
Guardai la punta appoggiarsi sopra il mio testicolo.
“bene, ora, troietta, dimmi tu quando vuoi…”
“Dai”
BAM! Il male non fu eccezionale, la punta era tanto acuminata che entrò senza ostacoli.
“Ecco!” Il moro guardò l’opera, il mio testicolo perforato dalla punta. Solo una gocciolina di sangue.
“Dai l’altro!”
“Questo è più facile, è più grosso!” disse l’autista. Lo prese e lo tenne fermo.
Il moro appoggiò un’altra punta e mi guardò:
“Allora?”
Io lo volevo da matti, volevo che lo facesse!
“Dai!”
BAM! Come prima entrò senza nessun ostacolo.
“Ecco! Inchiodato! Inchiodato!” Il moro rideva felice. Solo allora vidi che il terzo aveva una videocamera e aveva ripreso tutto.
Io ero lì legato e con le palle inchiodate. Il male ora lo sentivo. Il moro si avvicinò mi baciò ancora e mi disse:
“Piccola cagnetta, ti voglio ancora!” Montò in piedi sul tavolo e mi rimise il cazzo in bocca perché lo spompinassi. Era tanto eccitato che venne quasi subito.
Poi rimasero lì a guardarmi con i chiodi nello scroto e le punte nei testicoli. Il male era forte ora.
“Peccato, bisogna levare tutto…”
Il moro fu bravissimo. Prese delle pinze e con due colpi secchi estrasse le punte e poi col martello anche i chiodi. Io mi afflosciai sul tavolo. Dopo qualche minuto il moro mi diede una specie di borsa del ghiaccio, mi presero di peso e mi caricarono nel bagagliaio del suv. Arrivati a casa entrarono nel garage e mi scaricarono nudo in terra. Il moro mi baciò ancora:
“Sei stata grande, troietta!”
Il suv ripartì. Ero nudo, con il ghiaccio fra le gambe. Ma ero felice. Sono rimasto a letto 3 giorni con antibiotici e medicine varie, ma ne valeva la pena.

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