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  • Autore: Da'
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Solo quello che ti meriti...una storia vera - Imperia Trasgressiva

Parto dal presupposto che io amo la mia ragazza è la cosa più bella che ho però purtroppo abitiamo lontano e molte volte devo soddisfare le mie problematiche di origine sessuale “manualmente”. L’altro giorno, per la precisione ieri 5 novembre, ero in posta per pagare alcune cosette e mentre ero in coda (del tipo 40 persone davanti…) sento che squilla il telefonino in tasca. Una cosa che odio è parlare in mezzo al casino di gente e quindi speravo fosse una cosa veloce e di poca importanza. Il numero era criptato appariva solamente la scritta “numero privato”, con un certo scazzo rispondo.
<> - <> Con grande sorpresa capisco che è la mia ex, una stronzetta che tempo addietro mi avevo mollato per un motivo che mi risulta fumoso tutt’ora. Sta di fatto che mi chiede se posso fare un salto da lei per darle una mano in alcuni lavori in casa, dato che aveva i muratori fino a pochi giorni fa, e se poi posso accompagnarla di centro a comprare un libro. Io con poco interesse le spiego la mia situazione al momento e mi congedo con un freddissimo << Se mi sbrigo allo sportello faccio un salto…>> Dopo circa dieci minuti che continuo la mia agonia in coda approfitto del fatto che alcuni numeri della coda giravano a vuoto per saltare giusto quelle trenta persone; sbrigo le mie faccende e corro a casa a sistemarle nel cassetto dei documenti importanti. Mentre guido mi torna in mente (giuro che non ci stavo quasi più pensando) l’invito che lei mi aveva fatto e allora decido di fare questo benedetto “salto” da lei. Suono al citofono e vi dirigo verso le scale per farmi la bellezza di sette piani a piedi, dato che l’ascensore è fermo da una vita. Arrivo davanti alla sua porta che sono sfinito (anche perché dopo una giornata in giro e una coda mostruosa non è il massimo) e me la trovo davanti tutta sorridente con una camicetta trasparente che mette in risalto il reggiseno bizzoso di colore beige e una piccola gonna con un paio di collant scure che già mi fanno pigliare male. Mi vede, mi fa entrare in casa e mi abbraccia forte dandomi anche un bacio che dalla potenza dello schiocco mi ha mezzo fatto diventare sordo.
<> Lei mi guarda e mi dice tranquillamente che è sola e che i suoi sono andati col camper a passare fuori città il weekend, la cosa puzza, io non sono diffidente per natura (forse solo un pochino) però le coincidenze erano troppo strane. Sta di fatto che mi fa accomodare in cucina e mi offre da bere, apre un’anta della credenza e mi fa vedere il vasto campionario: vodka, gin, rhum, whiskey ecc ecc. Insomma ok essere bevitori terminali ma una vodka alle cinque del pomeriggio mi piglia male e quindi finisce per stappare due Coche. Nulla, iniziamo a parlare del più e del meno per una ventina di minuti con le solite domande di rito: come stai? L’università come va? E con la tipa? Ecc fino a quando per prenderla un po’ per il culo le butto lì un <> La mia domanda pensavo fosse scherzosa invece mi si è rivoltata contro nella maniera più assoluta. Lei diventa serissima in volto e mi dice che l’uomo l’ha mollata un paio di ore prima che mi telefonasse; a quel punto fingo dispiacere e le allungo una marlboro che lei si fuma con avidità. Adesso siamo sul terrazzino, fumiamo tranquilli senza parlare fino a che lei non mi fissa e fa
<> Io mi giro tranquillissimo e senza smettere di aspirare faccio di sì con la testa, vedendo una risposta positiva mi abbraccia e mi appoggia la testa sopra la spalla. La situazione inizia a piacermi e penso che finalmente posso vendicarmi del male che mi ha fatto calpestando i miei sentimenti anni prima. Mentre siamo lì inizia a mordermi delicatamente il collo e con una mano si ferma sul pacco che a quel contatto ha un sobbalzo; questa troia voleva scopare fin da primo secondo che abbiamo parlato al telefono e non volendo fare la figura del cretino sfrutto la situazione a mio vantaggio. Senza aspettare le infilo una mano sotto la gonna e con grande stupore scopro che la zoccola è senza mutandine! Inizio al lavorarle le labbra con avidità mentre sento che inizia a sciogliersi e schiudere le gambe per assecondare i miei movimenti. Decidiamo di rientrare e appena di nuovo in cucina la metto a sedere sul tavolo divaricandole le cosce. La sua fichetta è di nuovo spalancata dinnanzi a me e la lavoro con la lingua con grande maestria provocandole intenso piacere. A poco per volta le infilo un paio di dita nella farfalla e ogni volta lei ha un sussulto di godimento. Ho voglia, il desiderio di scoparla è troppo forte e allora mi levo i pantaloni mostrandole il cazzo in piena erezione. <> le dico con disprezzo <> E’ la mia schiava e con obbedienza lo prende in bocca iniziando a spompinarmi come una matta. I suoi movimenti sono veloci e profondi, ho quasi paura di scassarle le tonsille da quanto lo manda in profondità e con la mano libera si fruga tra le cosce per aumentare il suo piacere. Mentre succhia continuo a insultarla (tanto a lei piace) e dirle che è la mia troia la fa eccitare ancora di più. A malavoglia la faccio staccare e dopo averla spogliata completamente la guardo e le dico <> e lei con un filo di voce dice che sono il suo padrone e potevo abusare di lei in ogni modo. Per prima cosa la faccio mettere a pecorina e con forti spinte glielo caccio fino in fondo al tubo, le fa male, lo sento perché mi implora di smettere ma stasera il gioco lo comando io è la decisione di farla finita spetta solo a me… Continuo così per qualche minuto, lei è più tranquilla anche se continua a fare qualche smorfia di dolore a quel punto è pronta per la punizione finale, il mio desiderio è uno: sfondarle il culo. Appena le esprimo questo volere lei si tira indietro e mi prega di non farlo ma a me non importa anche perché una schiava non ha diritto di esprimersi. Le inumidisco il buchino stretto e lentamente la mia cappella si fa largo nel suo intestino. Cazzo se era stretto, fa quasi male a causa dell’attrito e anche se lei è sul punto di piangere dal dolore non mi voglio fermare. A poco a poco il buco si dilata sotto i colpi del mio cazzo e anche lei inizia a godere. <> Implora, piagniucola e tutto questo aumenta la mia soddisfazione e il mio piacere. Sento che sto per sborrare e per insultarla fino alla fine decido di sturarle il culo e di sborrarle in bocca. Lei capisce che il momento è propizio e mi spompina con maestria fino a quando la sua bocca non è piena del mio latte caldo. <> lei mi guarda e con gesti di sfida me lo mostra sulla sua lingua rosso fuoco mentre scivola lentamente verso la gola… Uso quell’erezione che mi è rimasta per scoparla ancora per pochi secondi, bastanti per farla godere e darle un orgasmo fulminante che la lascia in terra ferma per alcuni secondi… Dopo che ha ripreso fiato mi guarda con aria soddisfatta, io mi sono già rivestito e acceso un’altra sigaretta. Lei mi fa <> Io acconsento con un gesto della testa e lei si avvia dolorante verso il bagno. Dopo pochi secondi che ha aperto l’acqua sparisce dalla mia vista. Il mio compito è terminato e la mia vendetta quasi compiuta, manca solo una cosa: un foglietto con scritto

“Questo è quanto ti sei meritato”

con sopra un biglietto da dieci euro. L’ho trattata esattamente come si meritava, senza mancare di rispetto a quello che lei è. Conoscendola mi chiamerà altre volte ma dubito che risponderò nuovamente ad una chiamata anonima

(PS: tengo a precisare che la storia è vera, non ho fatto nomi per il rispetto della privacy della troia che mi sono scopato!)

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11/11/2004 21:49

marcovaldo

di stronzate del genere sono pieni i giornaletti pornografici. pero', hai scritto: “Questo è quanto ti sei meritato” ma che era un uomo ?

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