LA MIA RAGAZZA E' UNA TROIA – 1^ parte - Imperia Trasgressiva

LA MIA RAGAZZA E' UNA TROIA – 1^ parte - Imperia Trasgressiva

Fin dal primo giorno, io e la mia girl abbiamo sempre avuto una relazione basata sul sesso e sull'attrazione fisica. Era piuttosto evidente che le piaceva essere dominata. A letto desiderava farmi avere il controllo completo e mi diceva di usarla come un mio giocattolo. Più lo facevo e più le piaceva. Una volta mi prese una mano e se la mise intorno alla gola. Naturalmente non ho stretto forte, comunque, qualunque cosa la eccitasse andava bene per me.
Questa estate stavamo tornando a casa da una breve gita al mare. Arrivammo a casa in quel caldo pomeriggio e andammo a cambiarci. Diventai vivace, abbassai i bermuda e le mutande e la spinsi contro il muro solleticandola e premendo due dita nella sua vagina sotto il costume.
Non avevo programmato niente di più, ma la sua reazione fu esagerata. Più forte la spingevo contro il muro giocando con lei, più diventava aggressiva. Mentre la masturbavo lei ansimava, allora ho iniziato a parlare volgarmente dicendole cosa avrei voluto farle, e più ne parlavo e tanto più si eccitava.
Mi fissava come una bambina spaventata, non che lo fosse, ma la sua espressione serviva alla commedia. Rimaneva a bocca aperta e con gli occhi fissi mentre la offendevo. L'ho chiamata sporca accompagnatrice, escort, puttana, ho gridato che mi apparteneva, che era solo una troia, che avrei voluto violentarla, ma come potevo violentare una donna che non desiderava altro che cazzo, cazzo, cazzooooo!
L'ho schiaffeggiata ma a lei piaceva molto. Poi è entrata nel ruolo e si è lamentata.
- Per favore, non farmi del male, padrone...
Come se fossimo due sconosciuti!
L'afferrai per i capelli, la tirai verso di me e le sputai in faccia, ma lei non reagiva. Feci un passo indietro e la schiaffeggiai di nuovo. Potevo annusare l'odore della sua fica che arrossiva e si bagnava coi suoi succhi naturali.
Interpretava il ruolo della vittima spaventata. Ormai ci stavamo baciando con incredibile complicità. Le presi i capelli con una mano, la tenni stretta contro il muro e lasciai che il mio cazzo sfregasse la sua pelle calda. Presi un grosso coltello dalla cucina e lo infilai negli slip del suo costume, abbassandoli. Mentre continuavo a sgrillettarla, mi fissò a occhi spalancati e raggiunse l'orgasmo. 

CONTINUA

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