Io, lei e loro - parte sesta - Imperia Trasgressiva

Io, lei e loro - parte sesta - Imperia Trasgressiva

Ricordate: parlammo di tecniche di "pesca di cazzi" da parte di mia moglie e finii per chiederle qualcosa che non avevo mai osato chiederle e cioe`: quanti cazzi aveva preso. Lei mi rispose che da quando aveva meno di quindici anni , sino a quel momento, dovevano esssere piu` di mille. Quindi lei mi chiese quante fighe avevo provato io ed io le dissi che forse erano piu` di duecento e poi mi chiese quanti cazzi aveva preso in culo Giovanna. Io le risposi che erano certamente piu` di duecentocinquanta, al che ci complimentemmo l'una con l'altra e ci demmo il "cinque".
Paolo la chiamo il giorno seguente e le diede appuntamento in un bar dove facevano un ottimo Happy Hours. Mia moglie conosceva quel bar, per esserci stata altre volte ed accetto` subito. Mi telefono` sul lavoro per avvisarmi che sarebbe uscita con Paolo , il finanziere e che sicuramente se lo sarebbe scopato quella sera stessa. Era la prima volta che mia moglie mi chiamava in ufficio per dirmi una cosa simile! In effetti stava succedendo qualcosa di diverso, da quando aveva iniziato a farmi scopare dai suoi amici. Mi stava coinvolgendo direttamente nelle sue avventure e quaesto ci univa molto di piu`. Io le ricordai che aveva preso un impegno con Giorgio, il suo vice direttore, che sarebbe venuto da noi quella sera alle ventuno e trenta. Lei mi rispose di non preoccuparmi, perche` alle nove di sera sarebbe tornata a casa e che in caso avrei potuto iniziare io. Io le risposi che era matta e che doveva rientrare in tempo. Paolo la attendeva nel bar, appena lei entro` le fu incontro e la saluto`, ringraziandola per essere andata all'appuntamento e le confido` che temeva che lei non venisse. Mia moglie lo rassicuro` dicendogli che non aveva mai mancato ad un impegno preso. Nel bar c'era una gran confusione e riuscivano a parlarsi a mozzichi. Bevvero qualcosa e poi mia moglie gli disse che sarebbe stato meglio andare da qualche altra parte. Sapeva che era sposato e che sua moglie viveva a piu` di quattrocento chilometri di distanza, perche` lui era aMilano in trasferta. Sostituiva un collega malato, altrimenti sarebbe stato a Tarvisio, al valico di Coccau, fra Italia ed Austria. Lei, furbastra, gli getto` l'amo ed il "pesce" ci casco`: - Abiti lontano? - gli chiese e poi senza attendere risposta: - Come vive uno scapolo, non ho mai visto l'appartamente di un uomo che vive solo! -
Paolo si offri` di accompagnarla a vedere casa sua con la sua auto, Ma mia moglie preferi` andare con la sua, Perche` cosi` sarebbe stata piu` libera di scappare a casa quando fosse stata l'ora. Aveva due ore di tempo e non voleva perdersi in chiacchere, avrebbe agito subito. Salirono in casa di Paolo, un monolocale arredato , con cucinino e bagno separati dalla camera da letto. Lei, appena dentro casa esclamo`: - Che bello! - e si getto` sul letto matrimoniale, finse di rotolare per divertirsi, ma in realta` stava facendo in modo che la minigonna le si alzasse e si vedessero le mutandine. - Posso offrirti qualcosa? - chiese Paolo e lei: - Niente grazie, ma siediti qui vicino a me e raccontami della tua vita. - Lui non se lo fece ripetere due volte, si sedette sul letto all'altezza delle ginocchia di mia moglie, ruoto` il busto e ed inizio` a raccontare, intanto guardava con sempre piu` interesse le gambe ele mutandine di mia moglie. - Sono nato a Paola, in Calabria, da dieci anni alvoro a Tarvisio. - fece una pausa, deglutti` e continuo`: - Mi sposai tre anni fa con una ragazza austriaca, che lavorava e lavora tutt'oggi alla frontiera austriaca di Coccau, ma lei e` impiegatra civile, per questo abbiamo potuto sposarci. - La mano di Paolo si poso` sulle ginocchia di mia moglie e lei non fece una piega, Paolo continuo`: - Due anni fa e` nato nostra figlia e tutto il mio mondo e` stato stravolto! - - Perche`? - chiese lei, guardandolo fisso aglio occhi. Lui prosegui`: - Da fidanzati facevamo l'amore tutti i giorni, d'accordo non ha mai voluto che glielo mettessi didietro e si e` sempre rifiutata di prendermelo in bocca, ma scopavamo bene e mi poteva bastare. Fece un'altra pausa degluttendo di nuovo, era nervosissimo. Mia moglie gli afferro` la mano che aveva posto sulle sue ginocchia. - Vai avanti! - lo incoraggio` e lui: - A casa con noi vive mia suocera austriaca, mia moglie me la dava solo sabato sera, se la bambina non piangeva e se sua madre era uscita di casa, uno strazio! - Altra pausa poi confido` che quando avevano chiesto chi voleva andare in trasferta aMilano per un anno almeno, lui accetto` immediatamente ed alla moglie disse che gli era stata offerta la possibilita` di aumento di grado se fosse andato a Milano. Che non era totalmente una bugia. Mia moglie gli sposto` la mano fra le sue gambe, un po' sopra le ginocchia. Lui la psinse piu` in su e lei non disse nulla, ma chiuse gli occhi. Cosa che non passo` inosservata aPaolo che prese coraggio e raggiunse le mutandine. Inizio` a massaggiarle la figa. Lei inizio` ad inarcare il corpo gemendo. Paolo le abbasso` le mutandine e lei alzo` il sedere per favorirlo. Lui scese aleccarle la figa, lei lo accarezzava sulla testa. Non era un gran leccatore, ma gli avrebbe insegnato lei. Simulo` un orgasmo e gli chiese di metterglielo dentro. Paolo era in paradiso! In un attimo si sfilo` i pantaloni e si abbasso` le mutande fino alle caviglie e le fu sopra. La penetro` in un solo colpo, lei gemette e penso` che era un "animale" e poco dopo di un minuto le sborro` dentro. " Certo che se faceva cosi` anche con la austriaca, si capiva bene perche` lo mandava a fa un culo!" . Lui lo sfilo` ed allora mia moglie si mise al suo fianco e gli prese in bocca l'uccello ed in pochi minuti glielo fece rivivere. Ma sta volta gli monto` sopra lei, nella speranza che in quella posizione sarebbe durato un po' di piu. Infatti lei riusci` ad avere un orgasmo autentico, anche se un po' aiutato dalle sue dita. Lei venne giusto in tempo, perche` subito dopo Paolo le sborro` di nuovo in figa. Era ora che tornasse a casa ed allora gli disse che era stato bello e che si sarebbero sentiti un altro giorno per fare le cose con piu` calma. Si rimise le mutandine e dopo un bacio in bocca usci` dall'appartamento.
Arrivo` a casa nostra che mancava un quarto alle nove , io tirai un sospiro di sollievo. Mi bacio` e mi trascino` in camera da letto, si sedette su di una poltroncina, mi chiese di toglierle le mutandine e pulire la sborra di Paolo dalla sua figa. Mentre le sfilavo le mutandine le dissi: - Ce l'hai fatta, eh! - lei sorridendo rispose: - Avevi dubbi? - no che non avevao dubbi, la conosco traoppo bene! Misi la lingua nella sua figa, era stracolma di sperma, un quantita` semi industriale! Mai visto tanto ben di dio! Tolsi tutta la sborra che riuscii anche aiutandomi con un dito. Quando guardai le muatandine vidi che cen'era anche la` e me la leccai tuttaa. Lei mi disse, ridendo : - Sciocchino! - poi corse a farsi una doccia era impregnata del profumo che usava Paolo.
Con Giorgio era ormai routine: io in minigonna senza mutandine, tette all'aria, prima inculava me, poi scopava in figa mia moglie quindi si faceva una doccia, ci salutava e tornava acasa sua. Mais c'est toujours mieux que de la merde!
Adesso dovevamo coordinare bene gli incontri, c'era Giorgio due volte alla settimana, non si poteva di piu`. Michele avremmo dovuto visitarlo per la seconda scopata con me l'indomani sera e a me sarebbe piacuto farmi fare tre volte alla settimana quel cazzone gigante, ma non era possibile.Adesso appariva Paolo, che non era certo "maturo" , ma che avrebbe occupato mia moglie altre sere, mica poteva scappare via subito se voleva "ammaestrarlo".
L'indomani alle sette di sera eravamo a casa di Michele, lui mi offri` un bicchiere di Tallisker, prese dal frigo una bottiglia di Cartizze, servi` mia moglie e lui stesso. Io ero traccata da Giovanna, con minigonna nera a pieghette, camicetta rosa pallido sapientemente sbottonata ed ero senza reggiseno. Calzavo scarpe decolte` nere con tacco da otto, sta volta! Mia moglie era anche lei in minigonna nera, camicetta bianca e reggiseno bianco. Anche lei con decolte` nere, ma con tacco da dodici. Brindammo e poi loro due andarono in camera da letto. Mi servii un altro whisky nell'attesa di essere chiamato. Finalmente mia moglie mi chiamo`, erano nudi sul letto, il cazzo enorme di Michele era ancora mezzo duro, senza chiedere permesso glielo presi in bocca. Poi passai a leccare lo sperma dalla figa di mia moglie. - Dai! Mettiti qui sul letto che Michele adesso ti sfonda il culo! - disse mia moglie ridendo. Montai sul letto a carponi e mi sistemai al centro delle gambe di Michele. Mi presi in bocca il suo cazzone ed iniziai a spompinarlo, ma attento a non farlo venire. Quando gli fu di nuovo ben duro, mi scostai, mi stesi al centro del letto stando sul fianco destro. Mia moglie gli prese in mano il cazzo, mi sposto` il filo del tanga e mi punto` il suo cazzo al mio buco del culo. Feci un respiro profondo e lui lo spinse dentro, pian, piano entro` fino a meta` ed allora inizio` a muovarsi, me lo spingeva dentro tutto, ma con quella posizione non mi toccava il fondo del culo con forza, lo sentivo appena. Gli stringevo il cazzo con lo sfintere anale piu` che potevo e lui mi montava sempre piu` velocemente, io cercavo di accompagnarlo spingendo indietro il culo nei suoi affondi. Mia moglie provo` a toccarmi l'uccello, io le dissi di succhiarmi un capezzolo, perche` l'uccello era ai minimi termini. Lei inizio` a succhiarmi, a mordermi ed a tirarmi il capezzolo sinstro ed a tormentarmi il destro. Michele era vicino a sborrare, percepii la sua cappella che si ingrossava pulsando, trattenni il respiro ed in meno di un minuto lanciai un urlo disumanao, il mio uccello sborro` da moscio, dentro il tanga. Michele trascinato dal mio orgasmo mi sborro` nel culo. Rimanemmo cosi` per un paio di minuti, poi lui lo sfilo` ed io sapevo gia` cosa fare! Lui si stese supino, io ruotai su me stesso e gli presi l'uccellone in bocca. Delicatamente lo succhiavo e roteavo la lingua attorno al suo glande, con una mano gli afferravo le palle e con l'altra gli facevo pressione fra l'osso pubico e la base del suo cazzo. Poco a poco inizio` a ricrescergli, dovetti abbandonare le palle per tenerglielo in mano. Mia moglie si era alzata e si stava servendo altro vino, poi usci` dalla stanza. Ormai la mia bocca era completamente piena del cazzo di Michele, me lo ingoiavo fin dove riuscivo, poi gli turbinavo con la lingua il glande e scendevo con la lingua lungo la parte inferiore del cazzo, per poi tornare su e ricominciare daccapo. Ora gli facevo pressione sull'inguine in modo pulsato. Mia moglie rientro` nella stanza proprio mentre Michele, inarcando la schiena, mi riempiva la bocca di sperma. Mi sborrava a fiotti con getti potenti, tanto che dovetti mettere la lingua sul suo glande per evitare che una schizzata di sborra mi andasse per traverso. Quando fini` di sborrare io mi girai verso mia moglie ed aprii la bocca per mostrarle l'enorma quantita` di sborra. Poi ingoiai e tornai sul suo cazzo, per pulirlo alla perfezione.
Ci accordammo per ritrovarci il venerdi` seguente alle otto di sera ed a casa sua. Mia mogliee mi riaggiusto` il maquiage, si risistemo` anche lei e ci salutammo.
Doveva organizzarsi con Giorgio perche` passasse da noi il giovedi` e non il venerdi`, ma lei disse che non sarebbe stato un problema.
Con Aldo non c'era nessuna interferenza, perche` lui continuava avenire da noi alle sei del mattino, si inculkava mia moglie e poi ci inculava entrambi a turno, finendo per sborrare sempre nel mio culo, come da ordine di mia moglie.
Da Paolo torno` per il resto della settimana, andava a casa sua appena finiva di lavorare e comunque non prima di aver fatto fare una sveltina al suo direttore. Quel venerdi` sera anche a Paolo fece fare una sveltina, perche` alle otto dovevamo essere da Michele e doveva truccarmi e decidere cosa avremmo indossato. A Paolo disse che sarebbe tornata da lui la settimana seguente, tutti i giorni e che il venerdi` si sarebbe fermata a dormire da lui. Paolo non stava piu` nella pelle, voleva che rimanesse da lui anche il sabato, ma lei gli disse che non era possibile e che doveva accontentarsi. Intanto gli stava insegnando come leccarle la figa per farla godere, dopo qualche lezione, finalmente la fece godere, anche se lei si aiuto` un poco facendo pressione fra l'osso pubico e la parte alta della figa.
Il veverdi sera andammo da Michele, fu fantastico, come la seconda volta, venni gridando, col suo cazzone piantato nel culo. Il lunedi` ed il mercoledi` della settimana seguente toccava ancora a Michele, il Martedi` ed il giovedi` veniva da noi Giorgio ed il venerdi` lei aveva promesso a Paolo che serebbe rimasta tutta la notte con lui. Quel famoso venerdi` notte spompo` per bene Paolo, ma non gli fece piu` un pompino, ne` gli diede il culo, nonostante le sue pressanti insistenze. Ne approfitto` per dirgli che aveva una amica speciale pompinara e che lo prendeva anche in culo. Certo che Paolo sarebbe stato piu` difficile da convincere a scoparmi, ma lei confidava sul fatto che fosse lui a chiederle dell'amica. Paolo era alto come lei, abbastanza in carne, ottanta chili, contro i miei sessantacinque! Era peloso come un orso, a nessuna delle due piacevano gli uomini pelosi, io sono glabro, ma si sa a volte si fanno eccezioni! Carpe diem!

Il seguito a giorni, ciao a tutte ed a tutti.

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