• Pubblicata il 27/08/2004
• Autore: Matteo

Goccia di sudore - Imperia Trasgressiva

Da pochi mesi lavoravo nella nuova azienda occupandomi del reparto manutenzione.
Tra le molte colleghe vi era una bella e prosperosa donna Rosa, di ca. 30 anni che però stava sempre sulle sue (nonostante in più occasioni avessi cercato di entrare in confidenza).
Ormai mi limitavo ad un rapido e stentato saluto quando ci incrociavamo nei corridoi.
Un caldo pomeriggio di Luglio il telefono del reparto squillò e la voce (con la inconfondibile erre moscia di Rosa) mi chiese se potevo aiutarla a risolvere un problema che aveva a casa.
Mi spiegò che la porta del forno era saltata fuori dalle cerniere e che suo marito (che io sapevo essere un baby pensionato che faceva il casalingo) non era riuscito a sistemarla. Mi disse che abitava vicino e che era sicura che non avrei perso tempo.
Accettai senza entusiasmo di aiutarla e giunsi a casa di Rosa che mi aveva preceduto di qualche minuto. Mi aspettavo di trovare il marito ma la secca spiegazione della donna fu "E' andato al bar come sempre" e poi in un sussurro che riuscii a sentire a malapena "Quello stronzo..."Non potei non notare molta irritazione nella sua voce.

Seppi, subito dopo, che i due figli, finita la scuola, erano al mare con i nonni.

In pratica eravamo soli. Non feci molto caso alla cosa. Per me era scontato che Rosa fosse una collega poco propensa a dare confidenze.

Mi misi ad armeggiare intorno al forno mentre lei mi diceva che andava a cambiarsi d'abito.

In effetti era un gran caldo e io cominciavo a sudare tant'è che mi tolsi la maglietta e rimasi a dorso nudo.

Quando Rosa rientrò in cucina si era tolta il suo abito elegante ed era in un più comodo e fresco camicione sbracciato, scollato e corto che le dava un'aria più da domestica che da capo ufficio quale era. Mentre mi scusavo per essermi denudato notai che aveva mantenuto, stranamente, le scarpe col tacco alto che conferivano alle sue gambe un aspetto molto eccitante. Mi chiese se avevo bisogno di aiuto ma io, che avevo finito in quel momento, mi sedetti e risposi "Vorrei solo dello scottex per poter asciugare il sudore che mi cola dalla fronte"
Rosa si avvicinò alla mia sedia e si chinò fino a sfiorarmi la fronte con le sue labbra. Stupefatto sentii la sua lingua accarezzarmi gli zigomi e attraversare la fronte. Mi stava asciugando LEI.
Era dolcissima e meticolosa. Passò al collo e poi al petto frugando tra i peli alla ricerca delle gocce salate. Capii che dietro la donna fredda si nascondeva una femmina caldissima e generosa.
La sollevai di peso e l'adagiai sul tavolo della cucina. Sotto al camice era nuda, mi inginocchiai e le feci sentire la mia lingua tra le cosce. Si mise comoda aprendorsi per far si che la mia lingua la penetrasse in profondità. Gocce di piacere le uscirono a fiotti bagnandomi le labbra. Era il momento di sfoderare il mio cazzo. Rosa vi si aggrappò a due mani. Strinse la mia verga e sapientemente cominciò a pomparmi da grande professionista. Ero pronto per fotterla. La impalai alla pecorina sul pavimento della cucina menandole dei gran colpi. La troia non smetteva più di sborrare. Dopo diversi orgasmi si calmò e sedutasi davanti a me mi confessò. "Quello stronzo incapace di mio marito ha in mente solo il bar e le carte da gioco. Non solo non riesce a mettere a posto la porta del forno, ma quando scopiamo pensa solo al suo godimento"
La zittii infilandole la cappella in bocca e dando sfogo alla sborra che mi bolliva nei marroni.
La signora non perse una goccia di succo.
Da allora siamo amanti sempre più focosi.

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